martedì 1 agosto 2017

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Ancora una volta quel simpatico rompiscatole di Seminerio ha posto in ridicolo i “governativi” con i loro peana sui dati dell’occupazione, segnatamente di quella femminile ma il discorso può essere esteso anche al resto. In definitiva si tratta di togliere il velo a delle palesi menzogne. I dati sull’occupazione rimangono sostanzialmente stabili o tendono a crescere di qualche decimale per due motivi fondamentali ed entrambi noti (ometto quello sul lavoro).

Una riforma delle pensioni era necessaria, ma è giunta tardiva e fatta male (Monti e Fornero non l’hanno scritta, ma solo firmata), e ha avuto l’effetto di un tappo poiché non la si è modulata diversamente. Non si sono intaccate le moltissime rendite di posizione determinando una franchigia oltre la quale il calcolo doveva essere totalmente contributivo, né si è separata la previdenza dall’assistenza, né si è messo un punto fermo sul tema. Si è voluto mordere più di quanto si poteva masticare, e andare in pensione è diventata una corsa ad ostacoli su una pista che s’allunga sempre di più.


Ad ogni modo si sarebbe comunque trattato di pezze a colore poiché il sistema statale è già tecnicamente fallito, e resterà in piedi fino a quando lo consentirà la congiuntura internazionale. L’entità del debito pubblico non è più solo una questione di rapporto con il Pil, ma va vista anche in termini assoluti, se non altro perché le ingenti risorse impiegate per pagare gli interessi non possono essere destinate per operare tagli drastici alla decontribuzione/tassazione e per gli investimenti.

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