martedì 4 ottobre 2016

L’Ape non fa il miele con l’aceto


In presenza di tanta abbondanza e dissipazione, mai la disperazione per sopravvivere ha raggiunto negli ultimi decenni una tensione così estrema. Le nuove generazioni, afferrate alla gola da un'economia priva di scopi umani, sono preda di un disorientamento che le domina e le costringe a servitù volontarie che il riformismo aveva dichiarato estinte. Un disorientamento che le priva del piacere di vivere, di desiderare, di fare e le costringe a una rabbia rassegnata. Esse possono trovare reale coscienza della propria condizione solo nella lotta di classe. Perciò è necessario stabilire fin da subito  chi sono i nostri nemici e i loro alleati. I nostri nemici sono coloro che ci hanno dichiarato guerra, non è per nulla difficile individuarli; i loro alleati, non c'è dubbio, sono i partiti politici riformisti e i sindacati, di ogni tendenza.


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Delle famose buste arancioni che l’Inps doveva inviare a tutti gli iscritti non si sente più parlare. Conosco decine di lavoratori di ogni fascia d’età, ebbene nessuno di loro ha ricevuto la famigerata busta. Sarà un caso, tutto concentrato tra i miei conoscenti. Oppure l’invio delle buste è stato sospeso o rallentato in attesa del referendum? Chissà.

«L’incontro tra Governo e sindacati sul tema delle pensioni registra un risultato complessivamente soddisfacente», ha affermato il borghese azzimato con l’orologio sopra il polsino della camicia. Ex sindacalista, è il presidente della commissione lavoro della Camera.

Le modifiche previdenziali si sono rivelate – come avevo facilmente anticipato – un bluff. L’APE poteva venire in mente solo a dei mascalzoni. Tra l’altro, nel documento ufficiale, si legge: “L’APE è esente da imposte ed è erogata mensilmente per 12 mensilità”. Dunque senza tredicesima! Del resto non si tratta di una pensione, bensì di un “prestito comprensivo degli interessi bancari e degli oneri relativi alla polizza assicurativa".


La porcata delle rivalutazioni, dal 2019 verranno rivalutate solo quelle oltre i 2.000 euro.


Per i precoci, giusto o sbagliato che fosse (dopo 40 anni di schiavitù tutti hanno il diritto di affrancarsi dal padrone), non c’è assolutamente nulla, e questo dopo averli lusingati soprattutto negli ultimi mesi. Se ne ricorderanno nelle urne, disertandole o votando No. È promessa invece una mancia soprattutto ai baby pensionati e agli evasori contributivi aumentando le loro quattordicesime. 

L’unico risultato positivo sarà quello di consentire la possibilità di cumulare tutti i contributi previdenziali non coincidenti maturati in gestioni pensionistiche diverse, nonché la soppressione della demenziale penalizzazione per chi con 43 anni di contributi andrà in pensione prima dei 62 anni d’età.

Leggiamo ancora: “Contestualmente, il Governo si impegna a realizzare un cambiamento normativo e fiscale della previdenza complementare per accrescere la flessibilità di utilizzo di tale strumento, al fine di adeguare le prestazioni della previdenza complementare anche alle necessità della gestione flessibile dell’uscita dal mercato del lavoro”. Della serie: prima tasso i versamenti della previdenza complementare, poi prometto un cambiamento fiscale, forse. Non si tratta solo di schizofrenia. Reperire le somme per togliere tutte le imposte alla previdenza complementare sarebbe semplice: una legge, fotocopia di quella tedesca, relativa alle imposte sulle donazioni e le successioni.


Non c’è invece una parola, nel documento sottoscritto tra i buffoni sindacali e i pagliacci del governo, sulla previdenza di milioni di schiavizzati con i famigerati voucher, tanto per dire.

9 commenti:

  1. Se ne ricorderanno nelle urne, disertandole o votando No
    credo invece , purtroppo, che la TV , vero " oppio del popolo ", farà ancora "miracoli".
    ws

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  2. In quanto ad insetti previdenziali si è letto anche di VESPA, che dovrebbe interessare addirittura chi la pensione già percepisce.
    Se non erro.

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  3. Tutto chiaro, in particolare per coloro che i giovani li hanno in casa.
    Comunque non so se sia possibile somministrare queste generose flebo di odio di classe, ma soprattutto che siano assimilate.
    Nel dopoguerra eravamo tutti poveri, o meglio dire 'stringati'.Nella
    moderazione c'era una solidarietà che non esiste nell'individualismo della ricchezza, o presunta in facsimile.
    E' vero che la proletarizzazione di Marx è omnicomprensiva, non si limita agli operai di fabbrica, ma proletario è chi scambia salario contro Capitale, ma tra i giovani ed anche tra operai che frequento a nessuno di questi piace essere definito proletario.E' di sicuro un banale problema nominalistico, ma è così a dispetto delle proprie condizioni di vita. Suppongo, sottolineo suppongo, che per molti il momento configura un'invidia di classe più che una coagulazione in odio di classe. Forse la lotta di classe è un pio desiderio di alcuni tra noi vecchi, in alcuni casi pessimisti cronici in attesa di una escatologia che è solo il capolinea decorato da variegati acciacchi.


    Il signore della foto, che ha fatto il 'salto di qualità', lo esprime anche nel suo glamour ostentando il vezzo vintage dell'avvocato Agnelli.

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    1. quando lei parla di "pio desiderio" coglie una realtà che è indubbiamente la realtà quale si presenta oggi, e che rispecchia però anche i desiderata ideologici della classe dominante e dei porci che gli fanno bordone
      tempo al tempo, quello della crisi e vedrà che vi sarà modo di diventare più "stringati". la bolla finanziaria quando esploderà chiarirà molte cose sulla realtà effettiva di questo sistema, e la crisi degli assetti politici, sotto l'incalzare di eventi storici inediti per la modernità, ci stà facendo assaggiare un altro po' del nostro futuro prossimo. la fine dei grandi agglomerati industriali in occidente , il fatto che si sia sviluppata una proletariato che per educazione, tradizione, abitudine, riconosce come leggi naturali ovvie le esigenze di quel modo di produzione, non significa per nulla che ciò sarà per sempre.

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  4. Quello di Marx "non è un pensiero per vecchi"

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    1. come farglielo comprendere? in un post imminente rinnoverò l'inesausto tentativo

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  5. Suppongo che le valutazioni su concorrenza fra Stati che offrono profitti più elevati alle imprese abbassando i salari flessibilizzando la forza lavoro, riduzione della pressione fiscale (?!) grazie ai tagli alla spesa sociale, mini jobs truffa, privatizzazione di tutto il privatizzabile,ecc.ecc. siano 'patrimonio' mentale di chi scrive e di tutti coloro che qui hanno volontà ma soprattutto tempo di leggere e commentare.
    Nulla è per sempre, tutto cambia e questo mondo si sa è la sede istituzionale delle contraddizioni, mentre accanto alle considerazioni economiche di sistema, è sicuro che la Realtà pialla ,come sempre.
    Bisognerà vedere se per i giovani (*) o poco più, la rifrazione dei consumi non farà sparire quel poco di retaggio catto-pauperista così peculiare del Bel Paese,senza dover arrivare a battere pentole e coperchi in Piazza Mayor.
    Dicono che la guerra tra i poveri la vincono i ricchi, speriamo in Spartaco, e almeno che restino pochi (?) quattrini per la badante.

    à bientot


    (°) La cosa che irrita i giovani, e devo confessare anche me, è la logica indisponente "dell'avevo detto"

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