sabato 3 settembre 2016

Puah


Eugenio Scalfari, pur cacando dubbi, si avvicina sempre più al momento della sua conversione. Oggi, nel recensire il libro di un vescovo cattolico, tale Vincenzo Paglia, con debite citazioni di papa Francesco e del mercato della povertà, parla di un “nuovo umanesimo di fronte alla fine”. Un umanesimo così nuovo che ancora una volta scopre essere la morte destino comune, unica certezza anche per chi, ahimè, non cerca verità assolute in cielo ben sapendo che tali illusioni si sbriciolano rasoterra.

Viene meno la mitologia cristiana sull’aldilà e il “dubbio inquina continuamente anche i credenti più fedeli all'insegnamento religioso”? La Chiesa per non perdere il controllo del mercato spirituale si sta adattando a un divenire che la costringe a farsi altra. E trova sempre, non da oggi, alleati tra quanti, sulla corda tesa della morte, arrischiano l’ultimo equilibrismo. Ed infatti è “lo spazio del mistero che dobbiamo salvaguardare”, scrive il prete-vescovo con l’adesione convinta dell’ateo-chierico.

La lucidità di questo genere d’intellettuali consiste il più delle volte nella loro facoltà di nutrire le speculazioni di un pensiero separato. Queste anime patrizie, esonerata la loro cattiva coscienza, divenute contemplative del proprio ombelico, invece d’interessarsi allo sfruttamento della vita di miliardi di esseri umani e della natura da parte di un sistema cervellotico, ci vengono a raccontare le loro angosce per il “dopo”, a far propri i concetti più astratti e ridicoli dopo una vita passata a sguazzar alterigia laicista nei salotti “de sinistra”. Puah.

1 commento: