sabato 23 luglio 2016

In nome di dio o di una patria


Quando la ”guida suprema” del regime di Teheran aveva mandato allo sbaraglio, insieme ai pasdaran (il corpo dei “guardiani della rivoluzione” da lui creato), anche i basiji, ragazzini spinti dalle sue parole a immolarsi in centinaia di attacchi suicidi contro il nemico – inermi o imbottiti di esplosivi si gettavano sui campi minati e contro i nidi di mitragliatrici iracheni –, mi venivano in mente quei milioni di giovani europei poco più che adolescenti che nel corso del primo conflitto mondiale furono mandati ad immolarsi sui campi di battaglia, fatti a pezzi dalle artiglierie e falciati dalle mitragliatrici. L’analogia mi è parsa pertinente, perché pur sempre di manipolazione si tratta. L’individuo rimane schiacciato, frantumato, attraversato dai linguaggi e comportamenti ritualizzati che riducono in poltiglia la sua spontanea identità.

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Venerdì scorso scrivevo:

Non ci rendiamo ancora ben conto di quale valore simbolico, strategico e pedagogico abbiano avuto gli attentati del 2001, quello alle Torri gemelle (potere finanziario), quello al Pentagono (potere militare) e quello (fallito) al Congresso (potere politico).

Non solo quegli attentati, ovviamente, ma anche quelli che sono seguiti e seguiranno. Questa la forza pervasiva della jihad mediatica.

Scrivevo ancora in quel post: Non è ancora chiaro che la religione è solo un pretesto?

E tuttavia è un fatto che le religioni le ha inventate il diavolo, portando nel mondo solo discordia.


C’è contraddizione in ciò che sostengo? Cito il diavolo naturalmente per comodità e brevità, il riferimento rinvia a ben altre determinazioni. Pertanto avere come obiettivo l’islam per contrastare il terrorismo, non solo è sbagliato, ma è controproducente poiché è esattamente ciò che vogliono. Del resto, cosa c’è di più bello e nobile per dei feticci ribelli e rancorosi che uccidere e morire in nome di un dio? O per dei borghesi e proletari in nome e ragione di una patria!

2 commenti:

  1. E dunque: "che fare?". E ciò richiama il dubbio amletico. Penso che la scelta, la soluzione, debba essere rintracciata in ciò che suggerisce il marxismo rivoluzionario

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  2. o per dei "rivoluzionari" uccidere e morire in nome di un' Idea ?

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