mercoledì 15 giugno 2016

Spara, che ti passa


Negli Stati Uniti gli omicidi da arma da fuoco sono stati 8.124 nel 2014, secondo l’FBI. In America i morti ammazzati con armi da fuoco superano quelli per incidenti stradali, un tasso maggiore che in tutti gli altri paesi industrializzati avanzati. In buona sostanza negli Usa sono uccise 31 persone per milione, in Germania 2 per milione, in Inghilterra una per milione; in Giappone c’è la stessa probabilità di essere colpiti da un fulmine: 1 su 10 milioni. In Italia, in certe regioni ci sono molti più temporali con fulmini che in altre.

Come sarebbe stata la giornata del 22 novembre 1963 se Oswald non avesse potuto acquistare per corrispondenza un moschetto italiano mod. 91 modificato, se dunque non avesse potuto esercitarsi nel proprio giardino e poi portarsi appresso il fucile come fosse uno spazzolino da denti?



Pertanto un primo dato riguarda proprio la circolazione delle armi in rapporto agli omicidi. In Italia se la vendita delle armi fosse libera come negli Usa, il tasso di omicidi schizzerebbe subito in alto: si sparerebbe un po’ dappertutto, dai treni pendolari alle sale d’aspetto, agli uffici pubblici, ma soprattutto dentro le mura domestiche e tra condomini. Ultimamente si sparacchierebbe assai anche dentro le banche. Anche a me viene voglia di sparare. Una rabbia trattenuta solo dal fatto che non posso permettermi ogni giorno di acquistare un televisore nuovo.

Vero è che un intento omicida può concretizzarsi anche senza l’impiego di armi da fuoco, come ebbe a sperimentare Elisabetta di Baviera, la cosiddetta principessa Sissi, per mano di Luigi Lucheni. E qui la cieca casualità coincise perfettamente con la necessità, ancor più che nei fatti che portarono Bresci a giustiziare Umberto di Savoia, detto il “re buono”. Buono perché nel 1884 visitò i colerosi di Napoli (morì un terzo della popolazione), ma non certo per essere intervenuto sulle cause del colera, prime tra tutte la povertà e l’assenza di strutture urbane igienico-sanitarie. Un re così “buono” che fece cannoneggiare il proletariato milanese (la "protesta dello stomaco") che chiedeva semplicemente di sopravvivere.

E dunque bisogna andare alle motivazioni di chi spara, chiedersi per esempio quali siano i motivi che, specie nella società americana, portano così frequentemente degli individui a ricorrere all’omicidio di massa, spesso in combinazione con il suicidio. Questa è una domanda che l'establishment politico e i media non si curano di porsi seriamente. È troppo facile cavarsela dicendo che questi individui sono dei fanatici, degli alienati, dei mattocchi.


Queste stragi, sempre latenti, esplodono a catena nei periodi di forte tensione, di crisi della formazione sociale, laddove la coscienza dell’individuo e del gruppo, spesso in posizione ripiegata, marginale, disgregata, entra in conflitto con il resto della società. Essi fanno proprie forme ideologiche non di rado orientate alla conservazione e al passato, quando non addirittura al trapassato. È questo, tra l’altro, un aspetto dell’immensa depressione culturale cui vengono schiavizzate le masse, prova ne sia l’indiscussa fortuna riscossa dai miti di ogni genere (basti vedere la programmazione cinematografica e televisiva) e dalle sette religiose.

5 commenti:

  1. "Dietro ogni matto c'è un villaggio", sintetizzava artisticamente ed in modo efficace qualcuno.

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    1. in veneto si dice: a tuti piaze el mato in piaza, purché non sia de a so rassa.
      traduttore google: a tutti piace il matto nella piazza, ma che non sia della propria razza [famiglia]

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  2. Mi sembra che metta a fuoco tanti commenti sullo "spirito" del popolo:
    http://sollevazione.blogspot.it/2016/06/lautorazzismo-italiano-di-mimmo-porcaro.html

    ciao,g

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  3. Gli "ammeri..guns" restano sempre pistoloni con pistole in mano

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  4. Quindi "disarmiamo il popolo" come chiede da sempre un noto " premio Nobel per la pace" ? :-)

    O quantomeno machiavellicamente sosteniamo questo " disarmo" " affinchè poi almeno non ci siano piu'le solite facili "false flag" col solito "squilibrato" alla Oswald? ? :-)

    In ogni caso "le frustrazioni" resterebbero tutte e quindi non credo che questo "disarmo" possa portare poi ad un marcato miglioramento della statistica "omicidiaria" ma solo ad ritorno notevole dei " vecchi metodi" ( coltelli bastoni ascie ,picconi roncole ect ).
    Ma di certo credo che allora i "padroni " si sentirebbero molto più sicuri. Le loro guardie mica " disarmerebbero" :-)

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