martedì 23 febbraio 2016

Anche allora a farne le spese fu la Grecia e il patrimonio storico


Cara Europa,
hai fatto della forzata e stretta convivenza tra vicini la tua forza, spingendoti ad inventare il modo di estrarre valore dalla nicchie sociali più riposte. Ora quella che fu la tua forza ti porta alla tomba. Anche se rantoli e hai ancora la puzza sotto il naso!


                                                                                                            Lozittito

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Dovrebbe far riflettere quanto sta accadendo nell’Unione Europea. Dopo il Regno Unito, toccherà ad altri prendere le distanze, e non penso certo a Mayotte. Ciò dimostra come per perseguire un interesse particolare e obiettivi immediati si mandi – per usare un termine strettamente tecnico – a puttane il lavoro e gli obiettivi di generazioni. A dimostrazione, ancora una volta, che ciò che unisce sono tutt’altro che i principi più alti e gli interessi comuni. In fondo per ogni colpo sparato a Verdun ci fu chi non mancò d’intascare royalty e interessi sul credito, treasury bond e Schatzkammerschein.

Del resto gli esempi storici di tal genere non mancano, anzi, c’è da scegliere caso da caso. Giovedì scorso mi trovai nella Chiesa di Santo Stefano, dove mi reco spesso per riposarmi, a metà percorso del mio lungo tragitto. Nel pavimento c’è una lapide che non passa inosservata, in marmo e bronzo, opera di Antonio Gaspari e Filippo Parodi. Nell’iscrizione incisa in ovale, ben conservata, si legge il nome di Francisci Peloponnesiaci, un titolo a mo’ d’imperatore romano.

Quanto fu vano l’affannarsi di quest’uomo, poi divenuto doge, cioè di Francesco Morosini (1619-1694), e di quelli sotto il suo comando che il 26 settembre 1687, per riconquistare l’ultima colonia veneziana, distrussero il Partenone (dunque, non rammentiamo solo l’orrore degli odierni “califfi”). Il destino dell'antico tempio fu segnato da quello di Venezia, già declinante prima del mutare delle rotte marittime, ossia per causa di scelte politiche e strategiche adottate diversi secoli prima che si compisse tale scempio in Atene.

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Nel XII secolo i normanni dell’Italia meridionale avevano cercato di espandersi nel Vicino Oriente, ma erano stati contrastati ovviamente da Bisanzio. E anche da Venezia che era sua alleata. Quest’ultima, dal canto suo, fu sempre molto attenta nell’evitare – in epoca di crociate – di interrompere a lungo le relazioni con i musulmani, soprattutto con quelli dell’Egitto, con i quali nei secoli XII e XIII Venezia vantò scambi maggiori rispetto a quelli con tutti i porti della Siria (qui intesa come Grande Siria, non quella di oggi).

Il commercio poi con Costantinopoli, ossia con Bisanzio, era così importante per i veneziani che trasformarono, com’è noto, la IV crociata da spedizione in Palestina in un attacco alla città del Bosforo. Furono poco lungimiranti poiché la distruzione della capitale bizantina, nel 1204, provocò, come esito finale, il trionfo dei turchi ottomani e il crollo definitivo del commercio veneziano nel Levante, anche se sul momento Venezia ebbe a trarre dei vantaggi.


E non è forse ciò che è accaduto e sta avvenendo nella nostra epoca con gli Stati Uniti e l’Europa? E chissà per quanto tempo ancora si faranno sentire gli effetti di scelte miopi e anche spesso criminali. E tuttavia quest’ultimo è un giudizio morale, come si sa.

1 commento:

  1. in un giorno le visite di un mese, mi ha cercato uno sponsor. si fa a mezzo

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