lunedì 15 giugno 2015

Qualche numero


Ho analizzato alcuni numeri ora disponibili delle comunali di Venezia-Mestre. Devo correggere un po’ il tiro rispetto ad una prima valutazione, quella delle ore 8 di stamani. Tra l’altro vorrei sottolineare, per chi non conoscesse bene la realtà amministrativa del capoluogo regionale, che la Terraferma conta elettoralmente molto più di Venezia. Sarà interessante vedere in dettaglio nei prossimi giorni quanto è stata alta l’astensione a Mestre e dintorni, laddove mediamente nel Comune è crollata di altri 11 punti rispetto al primo turno.

Al primo turno Brugnaro ha ricevuto meno di 35mila voti. Al ballottaggio gli sono confluiti i voti di destra e della Lega che al primo turno avevano raccolto complessivamente 28,5mila voti. Però Brugnaro ne riceve al ballottaggio solo 20mila in più, quindi oltre 8 mila voti in meno rispetto al pacchetto destra-Lega. L’astensione poteva costargli l’elezione se dall’altra parte il candidato del Pd non avesse pagato ancora più caro lo scotto del non voto.



Infatti, al primo turno Casson incassava più di 46mila voti, ma al ballottaggio meno di 48mila. Tra il primo turno e il ballottaggio hanno votato quasi 23mila elettori in meno (103.827 contro 126.631). Mi pare evidente chi tra i due sfidanti abbia ricevuto più danni dall’astensione al secondo turno: Casson.

Vero è (e qui correggo un po’ il tiro) che apparentemente mancherebbero all’appello quei 15mila voti grillini del primo turno, che possono essersi ripartiti tra i due candidati e l’astensione. Molto più probabile che abbia pesato l’astensione grillina. Ed è proprio sul mancato appoggio dei grilli a Casson che si può pesare l’inconsistenza e l’inutilità del voto grillino nelle realtà in cui, pur potendo essere arbitri del gioco, preferiscono non prenderne parte.

Evidentemente chiunque se la sarebbe giocata sul filo contro l’ex magistrato o avrebbe vinto come infatti è successo a tal Brugnaro, eletto con il 25,69 per cento dei voti rispetto al totale degli elettori. Basti dire che Casson, personaggio dalla vis non entusiasmante, ha scelto negli ultimi giorni come assessore un certo Giavazzi Francesco, un liberista duro & duro che ovviamente viene fatto passare per uno che può stare a “sinistra” (di che?). Non credo che ciò abbia invogliato gli elettori del Partito dei lavoratori (500 voti) ad andare al seggio. Anche la scelta di Daverio come assessore alla cultura è, a mio avviso, non proprio azzeccata. Persona d’indiscutibile prestigio ma è un “tecnico” troppo ammanicato. E poi Renzo Rosso, padrone della Diesel, personaggio fuori dagli schemi senz’altro, anche simpatico, ma è mai possibile che non vi siano altri su cui puntare?

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Non si faccia illusioni Berlusconi, lui è un uomo morto e perciò stia tranquillo nella sua tomba dorata (anche s'è vero che il Pd ha risuscitato più morti del mitico Gesù). Quanto a Salvini, uno come lui deve funzionare da valvolina di sfogo ma per il resto stia tranquillo che se allunga troppo la gamba gli trovano qualche scheletro nell’armadio. Al bisogno gliene fabbricano uno su misura montato e tutto. L’Unione europea e l’euro restano strategici per il grande capitale, e l’Italia non è la Grecia. Quanto a Renzi può star tranquillo anche lui finché sarà percepito come il garante dei vincoli di bilancio concordati in Europa e che dovrebbero frenare il fiume di spesa pubblica parassitaria (la guerriglia parlamentare è conseguenza).

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