martedì 21 aprile 2015

L’alibi di parole


Chi ha interesse a promuovere conflitti locali e la guerra di tutti contro tutti? Dicono di voler esportare le loro virtù esemplari che però non mancano mai di distruggere i valori umani a vantaggio di quelli del capitale. Quale migliore condizione quella del caos per saccheggiare il pianeta impunemente? La violenza è ovunque ed è endemica, stimolata e prodotta da un sistema economico strutturato sul debito e la frode, che dissipa le risorse del pianeta, impoverisce e minaccia la vita e la stessa sopravvivenza umana.

Che cosa sarà mai la democrazia, la libertà di pensiero se non c’è libertà dal bisogno, dunque libertà di vivere dignitosamente? Invece prevalgono le leggi dei mercanti su quelle delle nazioni e dei popoli. Si è deciso che ciò che più conta è il profitto, al quale non si può togliere nulla. La menzogna è enorme, perciò la nostra indignazione è sospetta, molto sospetta. È con il nostro consenso che una classe politica corrotta e fallita governa. Essa è lo specchio fedele di una società immersa nella volgarità, nella banalità, nel torpore mentale e nell’imbecillità. Moralmente atrofica.

La schizofrenia sociale, non solo quella degli Anders Breivik, è un prodotto dello stato d’animo di quest’epoca. Incoraggiata o meno da motivazioni religiose o ideologiche, ha origine nel degrado, nella disperazione, nella noia e frustrazione, nella sensazione di essere in una trappola dalla quale si crede di potersi liberare solo con un grande salto nel nulla.


È stato dunque questo il prezzo per un benessere in gran parte demenziale e che ci sfugge. La paura per l’oggi ci fa piegare la schiena come in epoche che sembravano dimenticate, e l’angoscia per il domani ci fa piegare anche le ginocchia. Il tutto giocato con false parole. Non è vero che esse uccidono, le parole servono da alibi agli assassini.

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