mercoledì 11 marzo 2015

Una lunga strada


Le crisi pongono in evidenza l’essenziale del capitalismo, e ciò vale in questi giorni per la Grecia in modo eclatante. Non ha alcuna importanza che cosa ha deciso il popolo greco lo scorso 25 gennaio con le elezioni, non ha alcun rilievo l’iniziativa del governo ellenico, ciò che conta, assolutamente e unicamente, è ciò che decidono altri, anzitutto il capitale finanziario internazionale. Le politiche di austerità che hanno devastato la Grecia, distruggendo vite e speranze, continueranno senza sosta. Non è la democratura, come dice Scalfari (riferendosi però alla Russia di Putin) e qualche altro, questa è la democrazia borghese, il miglior involucro, com’è noto, per la dittatura del capitale.

C'è stata una campagna di propaganda per ritrarre il popolo greco come un pigro parassita che vive della generosità dei governi europei e delle istituzioni finanziarie disposti a pagare i loro debiti. In realtà, il cosiddetto piano di salvataggio non ha mai avuto lo scopo di aiutare il popolo greco. È stato usato per salvare le banche europee e gli hedge fund. Dei 226,7 miliardi in prestiti concessi dai paesi della zona euro e dal Fondo monetario internazionale, solo l'11 per cento è andato a finanziare direttamente la spesa pubblica greca. Il resto del denaro è stato utilizzato sia per finanziare i pagamenti d’interessi alle banche e evitare una svalutazione dei loro crediti inesigibili.



Che non ci sia denaro, che non vi siano risorse, è una balla colossale. Proprio in questi giorni la banca centrale europea immetterà, acquistando titoli dalle banche, 1.000.000.000.000 di euro sul mercato (che andranno in gran parte a vantaggio della speculazione). Perciò il problema è solo politico, non finanziario. Del resto il sistema finanziario internazionale, e con esso quello dell’Europa, è il più grande schema Ponzi della storia. L'operazione BCE, così come quelle analoghe da altre parti, sta creando le condizioni per una nuova catastrofe finanziaria. In breve, i criminali finanziari che hanno determinato il crollo del 2008 si preparano a un nuovo grande botto.

Al popolo greco sono state vendute false promesse, Syriza ha mentito sapendo di mentire. Chiunque, al più alto livello politico di una nazione, prometta di riformare il sistema, ossia il capitalismo, mente sapendo di mentire. Il popolo, ingenuo per definizione, gregge che va a deporre la scheda nell’urna, ci casca ogni volta e in ogni caso. È dura convincersi che non si conta niente, è difficile rendersi conto che le nostre libertà sono solo dichiarazioni di carta. Quando non hai un lavoro, un reddito con cui sostenerti, quando la devi sfangare tutti i giorni, ingoiare rospi e umiliazioni in continuazione, quando la tua vita è miserabile e non sai dargli un senso, allora comprendi che “qualcosa non va”. Solo la critica marxista può fornirti la chiave se non altro per comprendere le cause più autentiche e profonde di quel “qualcosa che non va”.


Ecco il motivo fondamentale per il quale la borghesia, in tutti i modi, scredita Marx e la critica marxista, il motivo per cui assolda degli specialisti travisati da marxisti per mettere confusione e per creare divisioni. Non esiste una via d’uscita pacifica dal sistema borghese, poiché com’è ovvio la borghesia non vuole rinunciare al proprio dominio. Così come non esiste un paradiso socialista o comunista, laddove le contraddizioni avrebbero fine, ma una lunga strada da percorrere per uscire dalla preistoria ed entrare nella storia, quella finalmente umana. Un lungo viaggio comincia sempre con un primo passo.

5 commenti:

  1. Sante Notarnicola, nel suo “L’evasione impossibile”, a pag. 129, riporta (non lo so in quale lavoro di Marx l’abbia trovato!):

    «Evidentemente l’arma della critica non può sostituire la critica delle armi, la forza materiale non può essere abbattuta che dalla forza materiale, ma anche la teoria si trasforma in forza materiale non appena penetra fra le masse. La teoria è in grado di impadronirsi delle masse non appena si palesa ad hominem, ed essa si palesa ad hominem non appena diviene radicale. Essere radicali significa cogliere le cose alla radice. Ma la radice dell’uomo è l’uomo stesso.” K. Marx»

    Apprezzo molto, Olympe de Gouges, il lavoro di divulgazione politica che fai e per la conclusione del tuo post ti chiedo: non pensi che i tempi siano tanto cambiati per cui, invece di applicare la critica delle armi – come fece Lenin – si dovrà applicare piuttosto l’arma della critica tramite una nuova organizzazione politica che sia appartenente e formata esclusivamente ai/da venditori di forza-lavoro? Altrimenti… di questo passo, andremo per le calende greche.

    Un caro saluto, Domenico Colitta

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    1. Per la critica della filosofia del diritto di Hegel. Introduzione

      saluti

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    2. Grazie, Olympe.

      Domenico

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  2. per Roob Zarathustra:

    al momento non l'ho rintracciato, mi spiace

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  3. Il Capitalismo ci permea di Se 'fino aĺla radice dei capelli,e a volte fin dentro i locali di decenza..e questo che cipiaccia o meno...ma in ultima analisi,non puo'evitare di scavarsi la fossa.
    Il problema non e'Chi pubblica,ma il Contenuto,ovvero sempre e solo il punto di vista della Classe.
    La strada e' lunga ,come dice Olympe,ma non per questo impercorribile,ovvio poi che nessuno fa ponti d'oro,sarebbe pretendere troppo,..ma se ognuno fa la sua piccola parte ovunque e dovunque si trovi,non v'e' a volte nemmeno bisogno di strafare,a volte baste dire solo con calma le cose come stanno realmente..il resto lo fa la Storia,che al posto di essere finita e' appena ri/cominciate..Un solo esempio? ...chi l'avrebbe detto che il Riformismo trionfante solo una ventina di anni fa ,facesse la fine "miseranda"che sta facendi oggi..senza neppure avere delle possibilita'per il futuro..
    Io non l'avrei mai detto,sll'epoca..e mi sbagliavo alla stragrande!!

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