lunedì 26 maggio 2014

Non sono bruscolini


Il 57 per cento dei francesi si sono astenuti dal voto, non mi pare il caso perciò di parlare con toni trionfali o catastrofici, a seconda dei punti di vista, di vittoria del Fronte nazionale dei Le Pen, anche se il risultato, come voto di protesta contro la UE e Hollande, è rimarchevole. Un risultato ampiamente previsto, tanto che sabato scrivevo:

Vinceranno dunque i fascisti, Le Pen padre (quello del virus Ebola) e la figlia, che raccoglieranno soprattutto nelle disastrate zone industriali del nord e nel sud del paese. I socialisti non arriveranno al 20 per cento e alle prossime senatoriali, regionali e poi alle legislative così come alle presidenziali saranno abbandonati in massa dalla gente che ne ha piene le scatole di questa élite di carrieristi spudorati che mentono anche quando tacciono, che hanno tradito le promesse della campagna elettorale presidenziale.



Nel post di ieri proseguivo così:

La ragione non è una svolta a destra di ampi strati della popolazione, come i media spesso sostengono; i voti per il FN diventano insignificanti rispetto al 60 per cento degli elettori che si prevede si asterranno alle europee. I suoi successi elettorali sono una conseguenza dello spostamento verso destra dell'intero establishment politico, e in particolare di quella che un tempo fu la "sinistra", tanto che il governo di Manuel Valls vuole ridurre drasticamente i salari e tagliare la spesa pubblica di 50 miliardi di euro, insomma vogliono marciare con il passo tedesco.

Non si è arrivati al 60 per cento di astensioni, stante anche il fatto che erano abbinate delle elezioni amministrative locali e la destra ha chiamato al voto con la campana a martello, ma ad ogni modo il 57 per cento di astenuti non sono bruscolini. E pure in Spagna l’astensione è rimasta sostanzialmente quella del 2009, punto di massima, ossia al 54,3 per cento. Insomma, quando oltre la metà dell’elettorato non vota, tale astensione credo meriti un’attenzione politica sul suo significato.

Per l’Italia si stima un’astensione al 42 per cento circa, nel 2009 fu del 33,7. Dunque, se il, dato verrà confermato, si tratta di una flessione nettissima nonostante la vera e propria gara tra Pd e M5s e il parossismo degli ultimi giorni di campagna elettorale con la denigrazione cui è stato sottoposto l’astensionismo da parte dei media (vedi Scalfari ieri mattina, p. es.).  


3 commenti:

  1. Ognuno festeggia le proprie vittorie.
    Di fatto, con 80 euro, ci si compra a prezzi da realizzo il popolo incazzato.
    Quello che sputa ai politici dalla telecamera del talk show e che minaccia in diretta di togliersi la vita. Gli altri, quelli che sogliono andare a comprare le sigarette con il suv, stimano tanto il Renzi di turno.
    Il grande statista soleva dire che i ristoranti sono pieni, gli aerei tutti prenotati e che non si trova un bungalow nel campeggio (village) manco pagarlo a peso d'oro. Quest'è.
    Un popolo di umanoidi replicanti. Schiavi pazienti e pezzenti che figliano come conigli ad ogni schiocco di dita dei padroni.
    Buonanotte.

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  2. Nella risposta al tuo post di ieri che qui citi dicevo che prevedere il 60 % di astensione era troppo ottimistico...Beh, alla fine quasi ci arrivavamo ed è vero che a impedirlo sono state le amministrative in Francia. Da noi comunque si è arrivati sotto il 60 di votanti contando che c'erano elezioni amministrative in comuni grossi - Firenze, Bari, Padova..- e 2 elezioni regionali, Piemonte e Abruzzo e che l'astensionismo da noi è tabù. Tanto tabù che nei commenti televisivi/giornalistici viene talmente rimosso fino a sparire.

    Un dato mi sembra importante: la fine de partiti socialisti/socialdemocratici. Il ps francese fa praticamente la fine del Pasok e pure questo qui si era detto....

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    1. se non ci fossero state le amministrative e la chiamata a raccolta dei fascisti l'astensione sarebbe andata anche oltre il 60%. per quanto riguarda il resto, la sinistra parlamentare è finita da tempo

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