lunedì 2 aprile 2012

L'eredità di classe



A leggere certe notizie mi viene in mente quanto raccontava molto tempo fa un bancario descrivendomi la situazione di certi depositi bancari: ci sono persone che non sanno quanto possiedono tra deposito titoli e liquidità. Per saperlo devono consultare le “carte” e a volte nemmeno quel tipo di ricognizione basta per stabilire l’esatto ammontare (a volte nemmeno quello approssimativo) della loro ricchezza depositata e gestita dalle banche. Anche perché, ovviamente, non è gestita da una sola banca. E non solo in banca. Per le anime più comuni, invece, il calcolo è presto fatto: l'accredito dello stipendio o della pensione, sempre se non devi recuperare il "rosso" del mese prima.

I numeri, certi numeri e certi rapporti, ti portano a riflettere. Per esempio: i dieci italiani più ricchi possiedono quanto i tre milioni d’italiani più poveri. Una quantità di persone che corrisponde agli abitanti di tre regioni: Marche, Abruzzo e Molise. Oppure, se si vuole un altro raffronto, agli abitanti della provincia italiana più popolata: Milano. Vorrà pur dire qualcosa questo dato.

Quando queste 10 persone più ricche moriranno, cioè quando diventeranno ricche solo tra i morti e non più tra i vivi, gli eredi dovranno presentare all’ufficio delle entrate il modello 4, quello delle successioni. Lì c’è scritto (quasi) tutto quanto apparteneva al de cuius e di cui si chiede l’eredità. Beni e diritti, immobiliari e mobiliari, compresi titoli e liquidi depositati, partecipazioni. Esclusi dalla dichiarazione e dalla tassazione gli autoveicoli e taluni crediti, ma anche assicurazioni sulla vita, i titoli del debito pubblico (BOT e CCT), gli altri titoli di Stato, garantiti dallo Stato o equiparati. Non si può fingere, eludere, evadere. Per spartirsi il bottino, gli eredi sono costretti a dichiararlo fino all’ultimo centesimo, altrimenti la banca non svincola le somme e non possono essere trascritti i passaggi di proprietà degli immobili ereditati. Sempre se gran parte del bottino non è stata spartita prima con donazioni e trucchetti vari.

Le tasse di successione dal 2001 al 2006 addirittura erano state soppresse (legge 342/2000). Dal 2006 gli eredi non hanno molti problemi a dichiarare i depositi e gli immobili, poiché da tale data si paga il 4% se si è familiari e il 6% in caso di parenti fino al 4° grado. Una miseria. Un tempo negli Usa si pagava fino all’80%. Ora si tassa una miseria anche lì.

Sull’attivo ereditario va calcolata una franchigia che per il coniuge e i figli è di 1.000.000 di euro. Altro vantaggio: si considerano compresi nell'attivo ereditario denaro, gioielli e mobilia per un importo pari al dieci per cento del valore globale netto imponibile dell'asse  ereditario anche   se non dichiarati o dichiarati per un importo minore. Nel caso di uno ricco come Berlusconi si capisce bene cosa vuol dire.

È difficile individuare i patrimoni, ha detto e ripetuto Mario Monti. Salvo le palanche dei salariati, direttamente alla fonte. Se si applicasse un’aliquota di tassazione anche solo del 20% sull’attivo ereditario e senza franchigia e senza escludere i titoli di Stato, escludendo solo la prima casa, quanti soldini incasserebbe lo Stato, ma soprattutto quale maggioranza approverebbe mai una cosa del genere in Parlamento?

2 commenti:

  1. ” Quando un banchiere pubblica le entrate e le spese di un operaio, i dati sul salario e la produttività del suo lavoro, nessuno pensa di vedervi l'intromissione nella vita privata dell'operaio o una delazione.. E se accadesse l'inverso? Se gli operai e gli impiegati controllassero le spese dei capitalisti e pubblicassero i loro conti e i loro dati? Quali grida selvagge contro lo spionaggio e la delazione!.. Quando i capitalisti controllano gli operai, si considera tutto naturale. Ma quando gli oppressi vogliono controllare gli oppressori, svelarne le entrate e le uscite, oh no, la borghesia non tollera lo spionaggio.. La questione si riduce sempre a questa: il dominio della borghesia è incompatibile con una democrazia vera.
    E nel XX secolo una democrazia vera è impossibile se si ha paura di marciare verso il socialismo”

    ( Lenin; la Catastrofe imminente e come lottare contro di essa - Settembre 1917).

    Luigi

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  2. Per ripristinare un po' di giustizia sociale alcuni pensano anche di abolire il diritto di successione. Resterebbe comunque il problema sui beni che il de cuius trasferisce prima della morte. Alcuni pensano di aggirare il problema con una tassa progressiva sul patrimonio che si trasferisce. A mio avviso non basterebbe neanche quella: si pensi agli scambi con l'estero e società nei paradisi fiscali; si pensi anche a tutte le problematiche derivanti da interposte persone e le noramli compravendite tra privati.

    A mio avviso, non resta che mettere un tetto alla ricchezza complessiva: una casa, una macchina, un conto in banca "normale" (diciamo 10.000€). Figurati che Monti possiede 12 case. Roba da matti!!!

    ciao

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