domenica 18 dicembre 2011

Lo zio scemo che non paga dazio


Basta guardarli in faccia gli amici del governo Monti per capire che questa gente illuminata, che paventa a noi malcapitati l'ira dei "mercati", non ha mai rischiato il pane; basta guardare le loro mani affusolate, mistiche e dalla pelle liscia per capire che le hanno usate solo a fini contabili. Del resto la maggior parte di loro si è laureata in economia, per giunta presso università private; è noto che una laurea in economia o in filosofia non si nega nemmeno alle intelligenze più mediocri purché paganti. Uomini e donne che la domenica si mostrano in favore di telecamera inginocchiati davanti a un uomo crocifisso su un albero morto. Non dico questo per dileggio, ma per dare un senso di realtà a questi piccoli vampiri che per qualche mese sono messi a prelevare il nostro sangue e a garantire le grandi fortune, le banche e la chiesa cattolica.

Se perfino uno come Bonanni (pensa un po’) dice che l’ultimo salasso sembra fatto da suo zio (possiamo immaginarlo come l’elemento meno sveglio della schiatta), allora evidentemente qualcosa di vero c’è. Quindi non solo l’impronta smaccatamente classista della manovra, ma il semplice fatto tecnico che è fatta con i piedi e nonostante i ravvedimenti e aggiustamenti dell’ultimo momento.

Vengo ad alcuni esempi. Prendiamo la storia dell’indicizzazione delle pensioni. Si sono semplicemente dimenticati di un principio fondamentale (peraltro sancito in materia fiscale anche in costituzione), ossia la gradualità o progressività. Ha ragione la piagnucolona ministra a dire che hanno usato l’accetta, solo che omette di dire che l’hanno usata a bischero sulle persone. Fino a 1.402 euro le pensioni saranno indicizzate del 100%, ma bastano pochi centesimi di più e l’indicizzazione salta del tutto. Si capisce subito l’imbecillità di una tal cosa. In tal modo chi al 31 dicembre percepisce una pensione di 1.402 si troverà il 1 gennaio prossimo a prendere di più di chi ha un assegno di 1.403 euro. Questo per il 2012, ma viceversa per il 2013, per effetto dell’indicizzazione, il primo soggetto sarà escluso, e invece il secondo pensionato, il quale ora prende 1.403 euro, per effetto dell’indicizzazione del minimo Inps, avrà diritto all’adeguamento e recupererà. E così il pensionato, sia nel primo che nel secondo caso, la prenderà in quel posto. Per questo la chiamano “equità”. Questo conteggio naturalmente è fatto in astratto (ma non è meno vero) poiché per comodità di calcolo non ho tenuto conto del saldo effettivo che si avrà per effetto delle ritenute e addizionali che si abbatteranno sulle pensioni (e sui salari).

Vediamone un altro di esempio. Dal 1° gennaio 2012 l'età delle donne per maturare il diritto a pensione sale a 62 anni, e sarà ulteriormente elevata a partire dal 2013 a 62 e 3 mesi. Per le lavoratrici autonome (commercianti, artigiane e coltivatrici dirette), invece, lo scalone del 2012 è di 2 anni e 6 mesi (l'età sale a da 60 a 62 anni e mezzo). Pertanto, la lavoratrice, classe 1961, che sino all'anno scorso cullava l'idea di lasciare il posto di lavoro nel 2021 (a 60 anni) per riscuotere la pensione dopo 3 mesi (la vecchia finestra), ora, sommando l'incremento del requisito anagrafico e l'adeguamento alle aspettative di vita, dovrà aspettare come minimo di spegnere 67 candeline. Auguri di lunga vita da parte della siora Fornero che ha studiato economia.

Sull’Ici, ora Imu, ci sarebbe da sbizzarrirsi in lungo e in largo e giustamente il Corriere ha scritto che “obiettivamente ha un po’ l'aspetto di un rompicapo meno economico e meno divertente del Sudoku”. Prendi un’anziana vedova che si trova nel suo vecchio appartamento di 100 mq.. Se lo vende non gli danno abbastanza per prendere due stanze nuove, e poi perché dovrebbe lasciare la sua casa? Bersani la manderebbe subito in casa di riposo liberalizzandole l’appartamento, ma lei non vuole. E così si trova a pagare l’Imu piena con la rivalutazione della rendita (non degli “estimi” – terreni – come vanno ripetendo le capre dei telegiornali) e senza sconti per i figli. Al piano di sotto c’è una famiglia invece che ha due figli con reddito proprio. Ebbene questa famiglia si trova a pagare l’Imu ridotta, ma anche a non pagarla affatto.

Sulle seconde case succederà, come scrive sempre il Corriere, il fatto curioso che verrà penalizzato meno chi ha un reddito più alto, perché risparmierà un'Irpef più alta. Eccetera.

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