sabato 26 novembre 2011

Il mito



Se c’è un mito “de sinistra” che regge ancora l’urto della crisi, anzi, se ne rafforza, è proprio quello di riformare il sistema. I più temerari vorrebbero “cambiarlo”, in meglio ovviamente. Solo i poveri di spirito credono ormai a una politica giocata con i dadi truccati. Alla fine e inevitabilmente  sarà il capitalismo stesso a decidere e sulla base delle esperienze passate c’è da temere. Si fa presto, per contro, dire rivoluzione! Come ebbe già ad osservare qualcuno, essa non è un pranzo di gala. Vediamo cosa sta succedendo in Egitto. La storia non fa salti, quello è l’ultimo paese dove possa nascere qualcosa di realmente nuovo. La Libia ne è un altro esempio e in Marocco le elezioni le hanno vinte gli islamici, cioè la religione, il più forte residuo di animalità.

E quindi? Quando la crisi del sistema esploderà veramente in tutta la sua dimensione e contraddizioni, quando nelle strade e nelle piazze non sfileranno pacificamente poche migliaia di persone con l’ibook, ma masse enormi di gente veramente rabbiosa e che non avrà più nulla da perdere, allora assisteremo alle dimissioni in massa degli attuali prestanome politici, alla fuga dalle loro responsabilità e da una giustizia sommaria benché giusta.

Ma fino a quando avremo le situazioni descritte in questo articolo del NYT, i padroni del mondo possono ancora sperare e il nostro destino restare impiccato senza mediazioni alla corda del primordiale riflesso stimolo-risposta. Tra la legge della giungla e il comportamento sociale degli umani, a dar retta a queste notizie così come a quelle che ci arrivano dalla borsa, l’unica differenza sembra essere quella tra l’innocenza e il calcolo demenziale. Impareremo un nuovo senso della vita? Sicuramente non perché ce ne faremo una coscienza convinta, ma perché spinti a forza dalla necessità. Come sempre, il cambiamento avviene prima nelle cose e poi nella testa, salvo poi celebrare i fasti della razionalità.

1 commento:

  1. Avevano ragione i nostri fratelli maggiori a gridare che lo stato borghese si abbatte e non si cambia. Avevano torto a pensare che basta volerlo per farlo.

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