martedì 22 novembre 2011

Eccetera


Quando milioni di persone piangeranno lacrime amare pensando a quanto male è stato fatto loro dai maggiorenti del potere, i quali si preparano a reiterare e rilanciare in nome del bene comune e dell’equità sociale, allora l’uomo più vituperato del paese non sarà più Berlusconi, cioè fino a ieri il massimo responsabile politico del disastro. Non dico che sarà necessariamente Mario Monti a sostituirlo anche in questo, poiché potrebbero essere anche quegli uomini straordinari (spesso farabutti ordinari) che sostengono il governo convintamente per far salvo il prestigio nazionale e il ruolo dell’Italia nella UE. È il tempo dell’inganno universale e l’idiozia politica in questo paese è diventata un esercizio di stile ampiamente praticato.

Non è solo provocazione scrivere che Mario Monti (international advisor per Goldman Sachs nonché membro del Research advisory council del Goldman Sachs Global Market Institute) e i papaveri attorno a lui non capiscono nulla di economia (che non va intesa – scrivevo – con la tecnica ragionieristica e il raggiro speculativo, né con l'analisi scolastica dei rapporti di scambio). Esprimevo in quel post di sabato scorso la mia opposizione di principio a Monti, motivandola però non solo sul piano ideologico (Liberismo e rigore, il suo articolo sul Corriere), ma altrimenti su quello dell’evidenza fattuale, poiché il menu di precetti che ispira queste persone si è già tradotto in atti concreti demenziali e banditeschi innumerevoli volte, in lungo e in largo per il mondo. Perché tra i maggiori responsabili della discarica finanziaria troviamo proprio la banda di esaltati di Goldman Sachs, la Deutsche Bank e BNP Parisbas.

Del resto anche in altri affiorano ora i primi dubbi in merito alla natura stessa delle misure annunciate: tiepidi dubbi che via via diverranno scottanti certezze e poi ardenti quanto sterili polemiche mediatiche. Porto un esempio, dopo aver detto alcuni giorni or sono delle pensioni: l’Ici sulle abitazioni. In senso tecnico si tratta di una patrimoniale che andrà a colpire soprattutto il ceto medio, ossia le famiglie che il tetto l’hanno acquisito – stante anche la mancanza di programmazione di edilizia pubblica dopo gli anni Sessanta – con sacrifici e pagando onerose prebende per interessi alle banche e balzelli vari all’erario locale e statale. Ma non è solo questo.

L’innalzamento e cioè la revisione di quella che chiamano rendita catastale, così come l’aumento della cedolare fissa sugli affitti, non potranno che colpire l’obiettivo grosso e sempre quello, cioè coloro che già pagano e versano tutto. Deprimeranno in tal modo ancor di più il mercato immobiliare e soprattutto l’edilizia, ossia uno dei pilastri dell’economia. Gli effetti si faranno sentire soprattutto nel medio-lungo periodo, quando lor signori, esaurito il compitino di rastrellare miliardi, avranno già portato il culo altrove e paracadutato l’assegno a vita in luogo sicuro.

L’analfabetismo dei “riformatori” che hanno delegato il lavoro sporco ai seriali tagliatori di teste, è patente. Sembrano non accorgersi, per esempio, che le sofferenze bancarie, su base annua, hanno subito un incremento di ben 100 miliardi di Euro, cioè di denaro che le banche hanno prestato e che non è stato più restituito, con un incremento del 40% su base annua. E li hanno prestati questi soldi anche ad aziende e per piccoli mutui, a gente che non ce la fa più e chiude i battenti o è costretta a vedersi pignorare la casa. E loro cosa fanno? Tagliano le spese, riducono i consumi, aumentano le tasse, deprimono l’economia. E poi col lanternino vanno cercando la crescita.

Eccetera.

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