lunedì 20 giugno 2011

Come le zecche



Tutto cominciò già con la famosa campagna dei Mille. Quando Garibaldi passò le “consegne” al Savoia, partì poi da Napoli per Caprera con qualche chilo di tabacco e di caciotte. Galantuomo mitico davvero. Tuttavia cominciarono le polemiche e gli scandali strumentali sulla stampa, sempre e comunque serva, per via della gestione delle finanze durante la Spedizione. Ippolito Nievo, garibaldino e uomo cristallino come pochi, che ebbe il compito di gestire la “cassa” in quel periodo, dovette correre ai ripari per parare il colpo. Quindi si recò subito a Palermo a prelevare i registri dei conti relativi alla gestione dei fondi e dimostrare la calunniosità delle accuse. Per il ritorno s’imbarcò con le sue carte su un piroscafo che a Napoli non arrivò mai. Scomparve in mare con il suo carico.

La cosiddetta Italia liberale fu solcata da mille scandali piccoli e grandi, dalle ferrovie alla Banca romana, da delitti come quello di Notarbartolo, e molti altri. La borghesia industriale, la finanza e i grandi agrari dominavano al nord; il latifondo e la mafia al sud. La repressione delle rivolte degli anni Novanta dell’Ottocento costarono centinaia di morti tra i proletari. Il ventennio fascista non fu immune da ogni sorta di ruberia, così come il periodo del primo conflitto mondiale si segnala come quello dei grandi “affari” sulle commesse militari.

La corruzione, le stragi, il malaffare diffusosi durante la repubblica, il saccheggio del territorio e delle finanze pubbliche degli ultimi decenni, è cosa fin troppo nota. Sotto il sole del Belpaese non c’è mai stato nulla di nuovo. L’Italia in tal senso è stata ed è un caso speciale in Europa. La pessima qualità della sua classe dirigente, politica, imprenditoriale e intellettuale è responsabile del declino morale, civile, culturale e – come notò Pasolini – persino «antropologico». È una classe dirigente castale e parassitaria, dove i ruoli sociali sono tramandati e difesi ad oltranza, indifferente al bene comune, dove le leggi si fanno a proprio uso o, se del caso, si cambiano al bisogno. Il risultato è un elitismo pseudo-democratico, che assegna al «popolo sovrano», debitamente disinformato e rincoglionito, il ruolo della base di consenso e della massa di manovra.

Perciò, s’è urgente e necessario sbarazzarsi di Berlusconi e degli approfittatori di ogni risma che gli stanno intorno, bisogna tuttavia tener conto che tutto questo sistema è marcio, figlio di quell’elitismo pseudo-democratico di cui ho detto. Con questa classe dirigente, a ogni livello, a prescindere dal colore e dell’opportunismo del momento, non ci potrà essere, nemmeno sul piano delle cosiddette “riforme”, nessun cambiamento, tantomeno una “rivoluzione”. In questa presa d’atto bisogna ritrovare la verità e in tale luce riesaminare le possibilità di affossare il vecchio mondo.

1 commento:

  1. No, ma hai presente le colonie del bianco illuminato europeo? Quelle in Africa e America? Prima dei grandi navigatori, erano appannaggio italiano. Come terra da spogliare e colonizzare ovviamente

    RispondiElimina