lunedì 20 dicembre 2010

Cari studenti e giovani proletari, se non sapremo rispondere alla vecchia domanda (che fare?), ci fotteranno un’altra volta.

La domanda è sempre la stessa, inesausta e inevasa: che fare? Le nuove generazioni di proletari non potranno rispondere realmente a questa domanda se prima non avranno chiaro chi e cosa li costringe in questa situazione d’incertezza, marginalità e precarietà. Bisognerà che essi prendano in esame le forme e i modi di quel grande processo di ristrutturazione capitalistica in atto che accompagna la cosiddetta globalizzazione, quindi quel movimento internazionale di reazione borghese che mira, più o meno confessatamente, a costruire forme di autoritarismo classista sul terreno economico e anche sul terreno politico, come sta accadendo specie nei paesi più “instabili”, ma non solo in questi.

C’è una parola che ormai è stata a tal punto espunta dal pubblico dibattito che nessuno s’azzarda a pronunciare se non con un sottinteso vituperio: comunismo! E per comunismo s’intende anzitutto il totalitarismo stalinista e maoista delle esperienze novecentesche. Quelle società del “socialismo reale” in effetti rappresentavano solo un sistema capitalistico di Stato. Sarebbe troppo lungo in questa sede analizzare la reale natura di quei sistemi e le condizioni storiche nelle quali essi presero forma e degenerarono in gulag a cielo aperto.

Molti ritengono che il comunismo significhi la soppressione, sic et simpliciter, della proprietà privata e con essa delle libertà individuali. Comunismo vuol dire ben altro; ma soffermiamoci un momento su tale concetto, quello di "proprietà privata". Ma di quale proprietà privata stiamo parlando? Già nel lontano 1847-’48 Marx ed Engels mettevano in chiaro questa questione strumentalmente agitata dalla propaganda borghese:

«Voi inorridite perché vogliamo abolire la proprietà privata. Ma nella vostra società attuale la proprietà privata è abolita per i nove decimi dei suoi membri; la proprietà privata esiste proprio per il fatto che per nove decimi non esiste. Dunque voi ci rimproverate di voler abolire una proprietà che presuppone come condizione necessaria la privazione della proprietà dell’enorme maggioranza della società.
In una parola, voi ci rimproverate di volere abolire la vostra proprietà».

Qual era dunque la posizione di Marx ed Engels in proposito?

«Quel che contraddistingue il comunismo non è l’abolizione della proprietà in generale, bensì l’abolizione della proprietà borghese.
Ma la proprietà privata borghese moderna è l'ultima e la più perfetta espressione della produzione e dell'appropriazione dei prodotti che poggia su antagonismi di classe, sullo sfruttamento degli uni da parte degli altri.
In questo senso i comunisti possono riassumere la loro teoria nella frase: abolizione della proprietà privata. Ci si è rinfacciato, a noi comunisti che vogliamo abolire la proprietà acquistata personalmente, frutto del lavoro diretto e personale; la proprietà che costituirebbe il fondamento di ogni libertà, attività e autonomia personale.
Proprietà frutto del proprio lavoro, acquistata, guadagnata con le proprie forze! Parlate della proprietà del minuto cittadino, del piccolo contadino che ha preceduto la proprietà borghese? Non c’è bisogno che l’aboliamo noi, l’ha abolita e la va abolendo di giorno in giorno lo sviluppo dell’industria».

Come chiunque può constatare, lo stalinismo e il maoismo non hanno tenuto in nessun conto di quanto è scritto nel Manifesto del partito comunista. Così come hanno tenuto in non cale tutto il resto.

Ma veniamo all'oggi. I signori della politica, soprattutto quelli di “sinistra”, gli ex comunisti e socialisti ora convertiti al liberalismo e al liberismo, «vogliono le condizioni di vita della società moderna senza le lotte e i pericoli che necessariamente ne derivano. Vogliono la società attuale senza gli elementi che la rivoluzionano e la dissolvono. Vogliono la borghesia senza proletariato. È naturale che la borghesia si rappresenti il mondo dov’essa domina come il migliore dei mondi».

È naturale quindi che questi signori dimostrino tanta cura nel conservare il LORO MONDO così com’è. Tutt’al più con qualche ritocchino, con la speranza che i gadget elettronici e l’intrattenimento spettacolare vi tengano lontani da certe idee.

Questo sistema politico e mediatico incalza quindi gli studenti a non farsi irretire dai “cattivi maestri” e a non indulgere verso forme di protesta violenta. Se proprio volete manifestare autonomamente, cari studenti, fatelo passeggiando per le vie di Roma o di Milano, di Parigi o di Londra, gridate pure i vostri slogan (che tanto non giungono alle nostre orecchie) e soprattutto state lontani dai palazzi del potere e della quotidiana corruzione e mistificazione. Di voi hanno paura come della peste, soprattutto delle vostre domande, perché ad esse non sanno rispondere se non con frasi scontate e risibili, perché voi rappresentate il nuovo e il futuro, loro invece rappresentano solo una vecchia società morente, un moloch che ha bisogno del vostro sudore e del vostro sangue per sopravvivere. Imparate a distinguere ciò che vale della vostra vita da ciò che la uccide, fatela finita con la paura e la menzogna che ne deriva, con la LORO violenza. Ma soprattutto ricordate che l’entusiasmo non può sostituire l’organizzazione. Voi disponete già di tutte le posizioni strategiche, loro solo di trincee attorno ai propri lussuosi covi.

8 commenti:

  1. La Proprietà Privata Borghese è: "il potere di asservire e di appropriarsi del lavoro altrui"
    (K.Marx)

    Luigi

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  2. da voi si è fermato l'orologio?
    ...vi ricordo che non siamo più nell'800!!

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  3. Ma che strano come fai a non vedere cosa bisogna fermare veramente?

    Hai dei figli? Hai notizia di cosa sta succedndo al mondo?

    Cosa gli lascerai? Povertà decuplicata in tutti i continenti? Risorse naturali depauperate? Inquinamento che mette in pericolo la salute e il clima; estingue intere specie e biodiversità?

    O forse qualche guerra e una montagna di debiti che lui non ha fatto?

    Se tra i 100 PIL più grandi del mondo 50 sono di multinazionali, cosa credi che varrà lui come cittadino?

    O sei felice di lasciare le decisioni che lo riguardano alla Monsanto, alla Esso, a Goldman & Sachs?

    Non hai ancora capito che forse è meglio trovare un modo in cui siano i cittadini a decidere cosa produrre, dove produrre, come produrre e come distribuire.

    Se anche sei ricco e pensi di lasciare ai tuoi figli un patrimonio che li proteggerà credo che ti illudi, basta leggere due pagine di storia economica e guardare dalla finestra alle stagioni che cambiano.

    No, mi sa che tu sei fermo all'ottocento e non hai fatto caso a cosa è successo nel frattempo.

    In ogni caso non è mai troppo tardi per aggiornarsi!

    Auguri sinceri e un abbraccio.

    gianni

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  4. Continua...

    Scusa ma pensavo ancora a te, e forse al fatto che la cosa che ti appare strana è che un pensatore dell'ottocento abbia saputo vedere così lontano, e scoprire meccanismi che stanno alla base di tanti fenomeni sociali.

    Rifletti: non è che le leggi scoperte da Archimede di Siracusa non valgano più perchè scoperte nel 300
    avanti cristo.

    Butteresti via l'Odissea, l'Iliade, e il pensiero di migliaia come Galileo, Darwin ...

    Accidenti frequenta un po' il blog e vedi di che stiamo parlando perchè, anche se non ti sembra, ti riguarda molto. Sia che tu sia fortunato e ricco sia che tu sia uno dei tanti attuali o futuri disoccupati/sottoccupati.

    ciao gianni

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  5. Non so' quanto serva oggi,declinare interamente la situazione storica con un analisi esclusivamente marxista.Come avete intenzione di difendere il lavoro e il welfare del proletariato?Se nella vostra analisi,mancano idee come la riconquista della sovranita' monetaria,l'uscita da Euro ed UE,la nazionalizzazione della banca d'Italia,il ritorno alla lira,il contingentamento dell'immigrazione,misure protezionistiche ecc.?Queste cose puo' farle solo uno stato sovrano,come oggi non e'l'Italia,la cui politica economica e' nelle mani dei burocrati-elitisti-banchieri dell'UE.Considerate tutto cio' o sarete,secondo me,condannati all'irrilevanza.

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  6. Il signor Sandro cara Olympe, ha scritto il commento dopo aver letto il suo post da "mia" segnalazione. Mi piacerebbe che desse una risposta a Sandro, lei è sicuramente più preparato di me, ed io non sono riuscito a smuoverlo di un cm.

    Luigi*, (che è da tanto che non si affaccia su questo blog, e che è anche l'autore del primo commento su, del 22 novembre 2011 15:39) la saluta.

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    1. non ritengo di dover convincere nessuno, tantomeno chi è già convinto di suo
      saluti

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    2. Non parlavo di convincere, ma di contribuire un po, a smuovere le sue certezze. Comunque, io il mio l'ho fatto.

      La saluto Olympe.

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