domenica 7 novembre 2010

Re e pedoni


Scrive il grande scacchista della domenica:
Se volessimo adottare a mo' d'esempio il gioco degli scacchi, direi che lui [Berlusconi] è il re che lotta per evitare lo scacco matto, Fini è la regina avversaria che può muovere in molte direzioni, Bossi gioca con una torre in difesa del re. Alfieri e cavalli distribuiteli come vi pare tra gli altri comprimari della partita, tenendo presente che molti di quei pezzi sono stati eliminati dalla scacchiera.
Scalfari evidentemente non tiene conto dell'esatto valore dei pezzi, il quale dipende dalla loro potenzialità dinamica, dalla loro posizione in un determinato momento della partita. Il tempo s’incaricherà di dimostrarglielo anche a proposito di Berlusconi. Ad ogni buon conto sembra ignorare che i finali di partita, in genere, si giocano prevalentemente con i pedoni. Cioè con i voti, compresi quelli in Parlamento. Perciò la partita è ancora aperta, apertissima. E soprattutto non è una partita secca, si tratta di un torneo che dura da sedici anni, dove la regina della battaglia è sempre stata la Lega.
* * *
[...] finita la commedia, spogliatisi dei costumi, i recitanti rimangono tutti uguali.
Sì, l’ho vista — rispose Sancho.

Or bene, disse don Chisciotte — lo stesso accade nella commedia e nella vita di questo mondo, dove taluni fanno gl’imperatori, altri i pontefici; insomma tutte quante le parti che possono introdursi in una commedia: ma arrivati in fondo, ciò è quando la vita finisce, la morte toglie via a tutti gli abiti che li distingueva gli uni dagli altri, e tutti uguaglia la sepoltura.

Magnifico paragone — disse Sancho, — sebbene non così nuovo che io non l’abbia sentito molte e svariate volte, come quello del giuoco degli scacchi: finché dura la partita, ogni pezzo ha il suo particolare compito; terminato però il giuoco, tutti si mescolano fra loro, si uniscono, si confondono e vanno a finire in una borsa che è come quando la vita va a finire in sepoltura.

Giorno per giorno, Sancio — disse don Chisciotte, — ti vai facendo meno scemo e più giudizioso.

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