sabato 16 ottobre 2010

Il diritto di mangiare, cagare e pisciare



Scriveva, tra l’altro, ieri su il manifesto Alberto Asor Rosa:
Checché se ne dica, e checché se ne pensi, è proprio la leggendaria «condizione operaia» che è tornata in questi mesi (pur sempre faticosamente, e in mezzo a clamori assordanti d'interdizione) al centro dell'attenzione. La domanda è: è proprio vero che la «condizione operaia», il modo d'essere operaio, il «punto di vista» di classe, il suo rapporto non solo economico ma anche «sociale» con il resto del mondo, sono estranei alla «condizione generale», «sociale» e «civile», «politica» e «istituzionale», del nostro paese, dell'Europa, del mondo? Si direbbe, - anzi, questo con sicurezza si può dire, - che, per stare al gioco, gli operai dovrebbero rinunciare alla contrattazione; al diritto di sciopero; ai diritti di cittadinanza; al diritto di mangiare, cagare e pisciare in fabbrica.
Nel frattempo,dunque, difendere i diritti operai, impedire la loro completa mortificazione, sforzarsi al contrario di fare della loro lotta una battaglia generale, significa difendere i diritti di tutti, i nostri diritti, la prospettiva di una società sostanzialmente (e non solo formalmente) più libera ed eguale. Per una volta tanto diciamo, rischiando l'enfasi, che la «condizione operaia» è anche la nostra condizione, ne è anzi il presupposto, politico e civile. Dopo si potrà ragionare più ordinatamente sul «che fare». Ora si tratta di dire con chiarezza e con forza ciò che non si può fare, e che dunque non si deve fare.
* * *
E invece il partito del “un po’ di qui, un po’ di là”, che fa? Scrive Repubblica:
Il segretario [Bersani] sta lontano dalla manifestazione, eppure la presenza di Fassina segnala una sostanziale adesione del leader alle ragioni del corteo.
Che cosa significa “sostanziale adesione”? Il Pd aderisce o no?
Chiosa Enrico Letta, che pure è vicesegretario di Bersani: «Alcuni vanno, il Pd non aderisce».
Ecco il punto. E chi ci va, come Fassina, cosa dice?
«Partecipiamo sempre a manifestazioni in cui la questione del lavoro rappresenta il tema centrale. Non vuol dire che condividiamo tutto ciò che sostiene il sindacato dei metalmeccanici - aggiunge il responsabile economico del Pd».
E che cosa, di grazia, non condivide il Pd a proposito della difesa dei “diritti di tutti, i nostri diritti, la prospettiva di una società sostanzialmente (e non solo formalmente) più libera ed eguale”, come dice Asor Rosa?
Alcuni esponenti del Pd ci vanno alla manifestazione, non possono perdere la faccia e soprattutto i voti. Ma non “aderiscono”, per non perdere l’appoggio di Confindustria.

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